Il presente porta visibilmente con sé, nei nostri corpi, tutta la nostra storia, pretende un'attenzione che ci lega oltre il privato, oltre l'individualità, oltre l'identità, senza le quali tuttavia la vita non avrebbe senso per il futuro, non ne avrebbe avuto mai nel passato.
Adriana Perrotta, Paolo Rabissi

venerdì 12 aprile 2013

Quando parlo di identità di poeta mi riferisco al fatto che esistono canoni di riferimento, anche se superati o abbandonati, che permettono di valutare se si è o no poeti. Questo senza considerare se si è buoni o cattivi poeti.
Se si è versificatori o artisti, ma uno che scrive in versi/prose poetiche è chiamato poeta, uno che dipinge è chiamato pittore, e così di seguito.
Tutt'al più si può parlare di dilettantismo, di naivité.
Non esiste -o meglio non  dovrebbe esistere- un canone, una norma per distinguere una buona femminista da una cattiva femminista, mancando qualsiasi elemento terzo rispetto al quale confrontare idee, comportamenti, intenzioni, atteggiamenti.

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