Il presente porta visibilmente con sé, nei nostri corpi, tutta la nostra storia, pretende un'attenzione che ci lega oltre il privato, oltre l'individualità, oltre l'identità, senza le quali tuttavia la vita non avrebbe senso per il futuro, non ne avrebbe avuto mai nel passato.
Adriana Perrotta, Paolo Rabissi

domenica 7 aprile 2013

Se paliamo di mito identitario noto un'asimmetria tra noi due: l'identità di poeta è incontrovertibile, possono esserci buoni o cattivi poeti, dilettanti, naifs, o seri e impegnati, ma sempre di poeti si tratta.
Non è la stessa cosa per l'identità di femminista: possono esistere le buone o le cattive femministe?
E' maldestro il tentativo di assegnare meriti o demeriti a pratiche politiche e a teorie che divergono tra loro.
Non può esistere un modello di "perfetta femminista" secondo codici di comportamento e di pensiero definiti da qualcuna,  e considerati universali, eppure quanti ragionamenti prescrittivi si colgono nelle parole di molte donne, e perfino di qualche uomo "maestro" per essenza.
D'altra parte avallare tutti i comportamenti come legittimati da una scelta soggettiva rischia di mettere in ombra la questione della coscienza di..... (mi mancano  le' espressioni adeguate, perché "di genere", "di sesso" non mi sembrano esaurienti) e quindi  mi sembra annulli ogni possibilità di analisi.

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