Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli...il tuo istinto ti spingerà verso il tuo uomo, ma egli ti dominerà!'.[...] Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra"
Così circa due o tre " mila anni fa uomini dell'area mediterranea (non so se ci siano state donne tra le redattrici dei libri dei quali si compone la Bibbia), in prevalenza agricoltori e pastori, diedero senso al loro travaglio di vivere, immaginando la condanna divina causata dalla disubbidienza dei progenitori.
Indipendentemente dal fatto di credere o meno nelle religioni che riconoscono alla Bibbia la funzione fondante, indipendentemente dai successivi apporti delle popolazioni che hanno abitato e arricchito culturalmente il mediterraneo e l'occidente, le immagini per le donne dei dolori del parto e della subordinazione all'uomo, e per gli uomini della fatica di procurare i mezzi di sussistenza, con le conseguenti funzioni di protezione e difesa, ci hanno accompagnato fin dalla nascita.
In fondo il progresso tecnologico mondiale può essere letto anche come tentativo di alleviare la fatica del produrre, è stata trascurata invece la sofferenza del partorire, è recente la pubblicizzazione delle tecniche per il parto indolore, ancora osteggiato in certi ambienti.
Le tecnologie della produzione, agricola e industriale, sono state sempre presentate alle masse come vittorie sulla fatica, sugli ostacoli naturali, sui mali che affliggono l'umanità, celando a parole gli interessi di arricchimento personale e di comando su persone, cose e animali.
L'automazione delle fabbriche è realtà dalla seconda metà del secolo scorso, non ha comportato l'eliminazione dello sfruttamento, anzi ha dislocato nel mondo i vari carichi di lavoro, ha spostato i rischi maggiori nelle zone del pianeta impoverite, quindi più ricattabili.
Una ditta americana ha in prova dei droni per consegnare sempre più velocemente le merci ordinate; accanto a questa notizia è riportata una ricerca inglese che prevede entro vent'anni la sparizione di lavori dequalificati, quali contabile, magazziniere, addetto ai call center e dattilografe, tutte figure professionali che saranno sostituite da automi..
Oggi ci troviamo nel nostro mondo occidentale di fronte a una quantità di tempo lavoro liberato, si potrebbe pensare di sostituire i mestieri e le professioni rese obsolete dall'impiego della tecnologia con altre attività, considerate a tutti gli effetti lavori, di attenzione e presa in carico delle persone, della loro vita, degli ambienti nei quali viviamo, e via via allargando sempre più il cerchio, alle zone vicine e progressivamente alle zone più lontane.
Ognuno/a impiegherebbe energie, creatività, impegno nelle attività più congeniali, così come finora è stato auspicabile per le vecchie professioni.
Qualche cosa c'è già, penso ai GAS, alle banche del tempo, ai vari livelli di volontariato, che dovrebbero però essere considerate lavoro a tutti gli effetti, e non solo manifestazioni di altruismo e generosità individuali.
Sembra fantascienza, o velleitarismo, in un sistema ancora basato sull'accumulazione di ricchezze e sullo sfruttamento di persone, animali, risorse naturali, da parte di "pochi" privilegiati a livello mondiale, ma ben altri cambiamenti si sono avuti nel corso della storia, chissà, forse oggi siamo più vicini di quanto pensiamo.
Bisogna cominciare a raffigurarsi i modi, a organizzarsi almeno mentalmente in questo senso.
Così circa due o tre " mila anni fa uomini dell'area mediterranea (non so se ci siano state donne tra le redattrici dei libri dei quali si compone la Bibbia), in prevalenza agricoltori e pastori, diedero senso al loro travaglio di vivere, immaginando la condanna divina causata dalla disubbidienza dei progenitori.
Indipendentemente dal fatto di credere o meno nelle religioni che riconoscono alla Bibbia la funzione fondante, indipendentemente dai successivi apporti delle popolazioni che hanno abitato e arricchito culturalmente il mediterraneo e l'occidente, le immagini per le donne dei dolori del parto e della subordinazione all'uomo, e per gli uomini della fatica di procurare i mezzi di sussistenza, con le conseguenti funzioni di protezione e difesa, ci hanno accompagnato fin dalla nascita.
In fondo il progresso tecnologico mondiale può essere letto anche come tentativo di alleviare la fatica del produrre, è stata trascurata invece la sofferenza del partorire, è recente la pubblicizzazione delle tecniche per il parto indolore, ancora osteggiato in certi ambienti.
Le tecnologie della produzione, agricola e industriale, sono state sempre presentate alle masse come vittorie sulla fatica, sugli ostacoli naturali, sui mali che affliggono l'umanità, celando a parole gli interessi di arricchimento personale e di comando su persone, cose e animali.
L'automazione delle fabbriche è realtà dalla seconda metà del secolo scorso, non ha comportato l'eliminazione dello sfruttamento, anzi ha dislocato nel mondo i vari carichi di lavoro, ha spostato i rischi maggiori nelle zone del pianeta impoverite, quindi più ricattabili.
Una ditta americana ha in prova dei droni per consegnare sempre più velocemente le merci ordinate; accanto a questa notizia è riportata una ricerca inglese che prevede entro vent'anni la sparizione di lavori dequalificati, quali contabile, magazziniere, addetto ai call center e dattilografe, tutte figure professionali che saranno sostituite da automi..
Oggi ci troviamo nel nostro mondo occidentale di fronte a una quantità di tempo lavoro liberato, si potrebbe pensare di sostituire i mestieri e le professioni rese obsolete dall'impiego della tecnologia con altre attività, considerate a tutti gli effetti lavori, di attenzione e presa in carico delle persone, della loro vita, degli ambienti nei quali viviamo, e via via allargando sempre più il cerchio, alle zone vicine e progressivamente alle zone più lontane.
Ognuno/a impiegherebbe energie, creatività, impegno nelle attività più congeniali, così come finora è stato auspicabile per le vecchie professioni.
Qualche cosa c'è già, penso ai GAS, alle banche del tempo, ai vari livelli di volontariato, che dovrebbero però essere considerate lavoro a tutti gli effetti, e non solo manifestazioni di altruismo e generosità individuali.
Sembra fantascienza, o velleitarismo, in un sistema ancora basato sull'accumulazione di ricchezze e sullo sfruttamento di persone, animali, risorse naturali, da parte di "pochi" privilegiati a livello mondiale, ma ben altri cambiamenti si sono avuti nel corso della storia, chissà, forse oggi siamo più vicini di quanto pensiamo.
Bisogna cominciare a raffigurarsi i modi, a organizzarsi almeno mentalmente in questo senso.
Cara Adriana penso anch'io che la strada sui cui occorre mettersi è questa. Il tempo liberato che continua però ad essere coatto nonostante l'automazione, si può solo autogestire sottraendolo all'ecpnomia dello scambio monetario. Ne discuteremo anche in Overleft.
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