Non ne parlano perché non sanno che pesci prendere, perché ormai sanno che introiettare nel corpo dei valori quelli che provengono dalle analisi femministe significherebbe riformulare daccapo i programmi, riformularli intrecciati non tanto con obiettivi diversi da quelli soliti, che ogni tanto in definitiva appaiono penso ad esempio alla parità di genere contentino formale ora del governo Renzi, ma intrecciati con categorie che dell'insieme darebbero una formulazione rivoluzionaria.
Non si tratta di un pacchetto di proposte da far passare conquistando la testa del corteo o il tavolo dell'assemblea, si tratta di una strategia complessiva diversa, che richiede un livello di consapevolezza nuova che non si ottiene con la lettura di un libro ma con la pratica di vita, e finché questa non si è fatta corpo vero sociale non può inverarsi in un soggetto politico tanto forte da poter fare una rivoluzione che peraltro immaginiamo del tutto atipica, perché non si tratta di conquistare il palazzo con le armi ma solo con la vita e la conoscenza. Nonostante che i tempi continuino a essere lunghissimi, oggi tuttavia a me sembra di poter dire che c'è in giro una consapevolezza che cresce più del previsto, sarà per il gran lavoro culturale fatto comunque in questi decenni soprattuto da parte di donne ma anche di uomini, sarà per Internet che velocizza le coscienze. Credo che si tratti di avere più fiducia che mai nella cultura che siamo in grado di produrre nell'era che stiamo attraversando, e che conoscerà verosimilmente altri progressi, più che nella politica effettiva che deve fare i conti con le urgenze 'storiche' che in questo momento interessano più la pancia e il portafoglio di quanto non fosse negli anni sessanta quando la 'rivoluzione' partiva da dentro il benessere.
Non ne parlano perché non sanno che pesci prendere, non perché ignorano le cose. Quando era in preparazione la formazione di ALBA l'anno scorso in una delle assemblee si levò una voce assolutamente insolita, diceva che era necessario cominciare a pensare di riformulare daccapo tutti i programmi per poter inserire le questioni del lavoro sessuato ecc. Lo ascoltai con meraviglia: ma nessuno raccolse il suo intervento. Fu più tardi uno dei promotori di allora, ora nella lista Tsipras, a dirmi: non credere che non ce ne rendiamo conto, è che nessuno saprebbe da dove cominciare.
Insomma quel segnale in assemblea fu tenue, però trovai importante che ci fosse stato e formulato da un uomo.
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